Servizio  /  23.11.2017

Il rapporto di Legambiente sul dissesto idrogeologico

Ci occupiamo di difesa del territorio quando qualche disastro ne mette in serio pericolo la tenuta. L'attenzione rischia poi di diminuire quando invece sarebbe più importante monitorare le azioni messe in atto dalle amministrazioni locali per far sì che gravi episodi, con le loro pesanti conseguenze in termini di danni e, purtroppo, di vite umane, non si verifichino. A questo dovere ci richiama l'annuale rapporto di Legambiente "Ecosistema Rischio". L'associazione sottopone agli oltre 7mila comuni italiani considerati a "elevata criticità" idrogeologica un questionario che verifica quali azioni sono state messe in atto a salvaguardia del territorio: vengono valutati, tra gli altri elementi, la presenza di industrie e abitazioni in aree a rischio, edificazioni nell'ultimo decennio in zone potenzialmente pericolose, l'esecuzione ordinaria di opere di difesa idraulica. Viene valutata anche la messa in atto di esercitazioni che coinvolgono la popolazione e la diffusione capillare di informazioni. In provincia di Bergamo sono stati 55 i Comuni che hanno risposto all'indagine. I più virtuosi nella zona montana sono Bedulita e Brumano in Valle Imagna: per questi Comuni non sono segnalate costruzioni in aree a rischio, mentre risultano essere state attuate misure di monitoraggio e di informazione per la popolazione. In pianura, stando ai dati del rapporto, sul fronte dell'informazione e del monitoraggio figura particolarmente attiva Dalmine. Secondo i dati riportati dal Rapporto, otto Comuni bergamaschi, prevalentemente situati in pianura, ancora non hanno recepito il Piano di Assetto Idrogeologico, lo strumento mediante il quale sono programmati interventi per la difesa del territorio: sono Azzano, Casirate, Castelli Calepio, Cazzano, Cividate, Mornico, Urgnano, Vilminore.

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23/11/2017
BERGAMO TG 19:30
 

23/11/2017