Servizio  /  20.12.2017

Delitto Roveri: un anno senza risposte

Un anno di misteri. Daniela Roveri venne sgozzata un anno alle 20,30 fa mentre rientrava dalla palestra. Un'azione fulminea si pensa. Fu aggredita alle spalle, immobilizzata e sgozzata con un solo fendente, preciso e molto profondo. Il lavoro di un professionista si pensa, perchè fatto a regola d'arte. Senza lasciare tracce, senza far sanguinare la ferita se non col cadavere a terra. Senza che alcuna telecamera potesse riprendere qualcosa di utile a chi indaga. La borsa di Daniela sparì con all'interno il cellulare. Non verrà mai ritrovato nulla. Tuttavia l'ipotersi di una rapina finira nale non è mai stata presa in considerazione dalla Polizia, che indaga sull'omicidio. Impossibile tanta violenza solo per una borsa. Un delitto ancora avvolto nel mistero: un anno dopo, tutte le piste battute dagli inquirenti non hanno portato a nulla. Vicini di casa, ambiente di lavoro, palestra: tutte le realtà con le quali la manager aveva a che fare sono state ribaltate. E non è uscito nulla che possa giustificare l'efferato delitto. Ad ucciderla può essere stato un perfetto sconosciuto: ma a quale scopo? Un sicario? ma perchè e per conto di chi? Nelle settimane successive al delitto la polizia aveva infatti effettuato oltre 400 prelievi di campioni di materiale genetico ad altrettante persone - tra vicini di casa, colleghi di lavoro e della palestra, conoscenti e amici - per confrontarlo con il Dna parziale trovato su una guancia e un dito di Daniela Roveri e probabilmente appartenente al killer. Gli inquirenti avevano richiesto, più per prudenza che per altro, anche il confronto con il Dna trovato su un guanto all'interno di un sacchetto nell'ambito del delitto di Seriate. L' esito del confronto non è ancora noto, ma gli inquirenti sono cauti nell' ipotizzare un serial killer: anche perché le corrispondenze emerse sarebbero geneticamente limitate e legate al cromosoma Y e pertanto potrebbero indicare semplicemente l' appartenenza allo stesso ceppo caucasico.