Servizio  /  04.04.2019

Inchiesta bis sul carcere, gli sviluppi

Un sistema datato e oliato. Da tempo probabilmente funzionava così. Con ogni genere di comfort, chiamiamolo così, che entrava in carcere attraverso alcuni dipendenti infedeli della società di catering che gestiva la mensa penitenziaria, la Arturo Bosatelli". Cellulari, denaro, stupefacente. Ovviamente il sistema prevedeva la complicità di agenti penitenziari, ed in effetti ben 11 sono indagati a vario titolo. Leggerezza nei controlli e nel flusso in entrata. Ma i dubbi degli investigatori hanno trovato riscontri interessanti anche dalle perquisizioni nelle abitazioni e nel carcere stesso. In particolare un tenore di vita, in taluni casi, decisamente incoerente con il reddito. Gioielli, orologi di lusso, casse di wiskhy pregiatissimo, frutto o di regalie o di intenditori. Ma anche conti esteri e cartre postepay che chi indaga suppone siano per il flusso di denaro, quindi il pagamento. Ma c'è di più. Nell'abitazione di agente sono stati poi trovati anche una dozzina di proiettili capibro 9*19, quelli ad uso militare, e anche 9*21, che si acquistano liberamente. In un altro caso nell'auto di uno degli agenti, nascosti nel vano della ruota di scorta, sono stati trovati dei gioielli. Da dove arrivino e per quale ragione sarà forse più chiaro domani, dopo l'interrogatorio di garanzia. I 15 indagati sono per ora denunciati a piede libero. Domani potrebbero giustificare le loro posizioni. C'è anche il medico iraniano che figura indagato nel filone principale dell'inchiesta su Porcino e il carcere, accusato di false attestazioni mediche. E fra i tre indagati, dipendenti della società che ha in appalto il servizio mensa, c'è anche il figlio di Antonio Ricciardelli, ex comandante della polizia penitenziaria già indagato e arrestato in giugno nell'ambito del filone principale dell'inchioesta sul carcere, poi messo ai domiciliari.

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04/04/2019
BERGAMO TG 19:30
 

04/04/2019