Servizio  /  12.02.2016

Processo Bossetti, il Dna divide

Sembra sempre più probabile l'ipotesi di una superperizia sul dna al processo a carico di Massimo Bossetti accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. In aula ci sono state scintille, un muro contro muro, con il pm Ruggeri. Tanto che il genetista della difesa, quasi urlando, ha protestato con il pm dicendo non doveva permettersi di mettere in dubbio le sue capacità professionali .Marzio Capra ha criticato il lavoro dei Ris proprio sul Dna e ha sollevato la questione dei due profili genetici, denominati Donna1 e Uomo2, rintracciati sui guanti di Yara. Il genetista non ha capito perché non si è indagato di più su questi due profili , visto che - secondo lui - non c'è traccia di comparazioni nelle 60 mila pagine dell'inchiesta.La Pm replica le comparazioni sono state fatte, ma le relazioni hanno riguardato gli esiti positivi. Nel corso dell'udienza è emerso che nell'estate del 2014 la famiglia Bossetti per fare chiarezza su quanto stava accadendo , ha commissionato privatamente un'indagine all'Università di Torino perché verificasse la paternità di Giovanni Bossetti verso Massimo e si è avuta la conferma che non è figlio naturale di quello che era considerato suo padre. Successivamente è stato anche confermato ( ma questo al di fuori delle richieste della famiglia Bossetti) che Giuseppe Guerinoni era il padre naturale del muratore indagato per l'omicidio di Yara. Sarah Gino medico legale consulente della difesa ha ribadito che ignoto 1 è dunque Massimo Bossetti ma che gli 11 profili rintracciati sul corpo di Yara sono da considerare tecnicamente tutti di pari rilevanza. Sono gli investigatori che poi scelgono dove indirizzare l'attenzione. La pm Ruggieri replica. La traccia del profilo di ignoto 1 era quella più significativa e soprattutto trovata su punti intimi non trasferibili con un semplice fugace contatto. Il nocciolo del processo? Qualcuno spieghi come mai il dna di Bossetti sia stato trovato sugli slip della piccola Yara.